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Intervista esclusiva a Fabio Lambroghini

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Abbiamo incontrato il Direttore del Museo Ferruccio Lamborghini, prossimo ospite di “Stelle sul Liston”, per parlare di auto e musei…ma non solo!

Incontriamo Fabio Lamborghini – nipote del mitico Ferruccio e Responsabile del Museo a lui dedicato – nella nuova sede della collezione, recentemente rinnovata e trasferita a Funo di Argelato nella prima periferia di Bologna. Una volta accomodati e dopo un piacevolissima visita al Museo entriamo subito nel vivo della storia Lamborghini: una chiacchierata tra amici più che un’intervista.

[white-text]Dottor Lamborghini, intanto grazie di averci invitati in questa nuova splendida location. Quali sono le novità più importanti rispetto alla sede precedente e perché è stato deciso questo spostamento?[/white-text]
La prima cosa che ci tengo a dire è che questo non è un museo pensato per farne business, ma per celebrare la figura di Ferruccio Lamborghini, che è stato uno dei più grandi industriali della storia del ‘900, in Italia e non solo. Il principale motivo che ci ha spinti a questo cambio di sede è stata la carenza di spazio della precedente struttura (1200 mq contro gli attuali 9000 mq, di cui oltre la metà espositivi ndr) e la necessità di esporre nuovo materiale di interesse per tutti gli appassionati.

[white-text]In che modo la sede attuale è legata alla storia di Lamborghini?[/white-text]
Quella attuale è una sede ora dismessa della “Lamborghini Oleodinamica”, per cui si tratta di un’altra sede storica per la nostra famiglia. Oltre alle dimensioni, il punto di forza della struttura attuale è la vicinanza a un grande centro come Bologna a al suo nodo autostradale e logistico. Siamo sicuri che questo influirà notevolmente sugli sviluppi futuri della collezione ,gia’ in questi primi mesi di apertura c’è stato un notevole aumento di visitatori e gruppi organizzati.
Il museo celebra la storia di Ferruccio Lamborghini, che come tutti sappiamo, inizia dalla produzione di trattori e prosegue con diverse imprese industriali di successo.

[white-text]Come avete deciso di trattare questa parte della vostra storia Lamborghini?[/white-text]
La storia imprenditoriale di Lamborghini nasce e si sviluppa dall’agricoltura. Ferruccio Lamborghini, nell’Italia dell’immediato dopoguerra, muove da una duplice considerazione: da un lato la necessità della diffusione di mezzi agricoli che consentano un aumento della produttività; dall’altro la creazione di una linea di mezzi accessibili a tutti gli agricoltori e non soltanto ai più facoltosi. Sfruttando quindi alcuni stock di mezzi militari in disuso, e dimostrando quindi fin dall’inizio il suo intuito imprenditoriale, riuscì a produrre una linea di mezzi agricoli abbattendo i costi rispetto alla concorrenza. Il successo fu immediato. Per questo motivo, sebbene il marchio sia noto al grande pubblico soprattutto per la produzione automobilistica, all’interno del museo trovano spazio moltissimi dei trattori prodotti dal 1947. Non solo, allo stato attuale il museo di famiglia conserva tutta la storia industriale di Ferruccio: trattori, bruciatori, caldaie, condizionatori d’aria, auto, golf car e… un prototipo di elicottero. Incluso quest’ultimo sono 12 i prototipi conservati al museo e che solo qui è possibile ammirare. Sempre tornando alla terra e all’agricoltura, non mancano neanche i vini, altra grande passione di Ferruccio. Il museo conserva inoltre oltre 1000 foto della storia Lamborghini, ed è quindi un luogo imperdibile per gli appassionati che vogliano conoscere la vera storia di questo grande imprenditore, non a caso i visitatori provengono da tutto il mondo.

[white-text]Gli appassionati della velocità invece cosa possono trovare all’interno del museo?[/white-text]
In questo museo sono conservati i modelli ideati e prodotti dalla Lamborghini, nel decennio in cui l’ azienda automobilistica è rimasta di proprietà della famiglia ; è rappresentata tutta la produzione di serie accompagnata da molti prototipi . Le auto successive al 1990 non sono esposte perché, pur bellissime,non rientrano nella produzione di Ferruccio Lamborghini. La più anziana qui conservata è la 350 GTV prototipo del 1963, la prima realizzata ma non prodotta in serie. Ristilizzata con la collaborazione della “Carrozzeria Touring” verra’ lanciata sul mercato nel 64 col nome di 350 GT

[white-text]L’abbiamo vista esposta accanto ad una Ferrari: c’è un motivo particolare?[/white-text]
Ovviamente sì. È storia nota che, se è nata Lamborghini, il “merito” è di Enzo Ferrari, e in particolare della Ferrari 250. Ferruccio era sempre stato un amante della velocità e delle auto sportive – per fare un esempio “giovanile” nella collezione è inclusa la Topolino Barchetta con cui Lamborghini partecipò alla Mille Miglia – quando, grazie al successo industriale, riuscì dar sfogo a questa sua passione, la sua lista della spesa divenne decisamente impegnativa: Aston Martin, Maserati, Jaguar e Ferrari, tutti marchi mitici che però non lo lasciavano mai del tutto soddisfatto. Di Ferrari 250 GT ne acquistò addirittura due, entrambe con problemi di frizione. Da fine intenditore meccanico, decise quindi di risolvere da sé il problema, installando una più solida frizione già utilizzata nella produzione di mezzi agricoli, rispetto a quella sottodimensionata utilizzata da Ferrari. Avendo così brillantemente risolto il problema, si recò da Enzo Ferrari che, orgogliosamente, gli rispose che il problema era lui che non sapeva guidare e non la frizione. A quel punto Ferruccio, per sfida, rispose che si sarebbe costruito da solo le sue supercar. Il resto della storia è noto: dopo 6 mesi nasceva la fabbrica e il primo prototipo, che montava un 12 cilindri con doppio albero a camme in grado di erogare 358 CV contro i 260 CV del motore Ferrari.

[white-text]Una scelta di Potenza che dà un senso anche al simbolo scelto: il toro[/white-text]
Certamente! Il toro rappresenta sia il segno zodiacale di Ferruccio, sia la potenza di queste auto. I nomi delle Lamborghini, non a caso, sono in gran parte nomi derivanti da razze di tori da combattimento: dalla Miura alla Huracan, i nomi sono tutti attinenti alla tauromachia.

[white-text]Tornando al Museo e alla sua nuova sistemazione, quali sono le maggiori difficoltà per la gestione e la conservazione delle auto all’interno di una collezione come questa?[/white-text]
Il museo nasce per passione, non per business e il primo ingrediente necessario è la Passione: è’assolutamente necessario anzitutto amare quello che si fa. Le vetture dunque sono seguite con amorevole passione, sono quasi tutte regolarmente circolanti. Esiste una piccola nostra officina meccanica attigua al Museo, ma ci si avvale anche di tecnici specializzati in Lamborghini.

[white-text]Creare un museo significa equipararla ad un’opera d’arte e come sa questo è anche il tema dell’edizione 2014 di “Stelle sul Liston”. Lei che opinione ha al riguardo?[/white-text]
L’auto è certamente un’opera d’arte… Un’opera d’arte su quattro ruote e Lamborghini di opere d’arte ne ha fatte parecchie. Basti pensare che la Miura è stata l’unica auto esposta al Museo “MOMA” di New York tra quelle entrate in produzione nel secondo dopoguerra. Altro dettaglio distintivo del marchio, che ne esalta la dimensione artistica, è il fatto che le Lamborghini erano tutte fatte rigorosamente a mano: la produzione di ogni auto costava circa 1000 ore di lavorazione artigianale e, proprio per questo motivo, non esiste una Lamborghini che sia perfettamente uguale alle altre dello stesso modello. Ogni Lamborghini ha qualche dettaglio unico, e questo deriva anche dalle varie personalizzazioni richieste dal committente .

[white-text]Arte, stile e del design. Consideri questi concetti e la storia di Lamborghini, che cosa ha rappresentato nella storia dell’automobilismo italiano e internazionale il marchio del Toro?[/white-text]
Alta qualità e innovazione della meccanica a parte, la filosofia di Lamborghini era di creare un prodotto sorprendente. Vedendo una Lamborghini, chiunque avrebbe dovuto voltarsi e ammirarla. Per questo le linee estetiche sono spesso estreme e futuristiche.
Si pensi alla Miura e alla Countach, due auto che hanno rivoluzionato il mercato delle supercar. Per capire quanto futuristica fosse la linea di una Countach, basti pensare che il prototipo risale al 1971, e l’auto è rimasta in produzione fino al 1994. Nessuna supercar ha saputo resistere così a lungo nel mercato mondiale.
Messe una accanto all’altra , le auto create da Ferruccio denotano una notevole fantasia di design e concezione futuristica, per questo motivo, si può dire che le Lamborghini non invecchiano mai.

[white-text]Qual è la sua preferita?[/white-text]
Sicuramente la Miura, auto meravigliosa, un mix ineguagliabile di eleganza e sportività.

[white-text]Ci vedremo a “Stelle sul Liston”?[/white-text]
Certamente! Sono stato invitato dal RIVS che organizza l’evento, tra i più affermati nell’ambito dei concorsi di eleganza. Mi piace l’originale proposta di una doppia giuria: tecnica e artistica. In rappresentanza del Museo Ferruccio Lamborghini farò parte della giuria artistica, assieme a Giorgio Grasso e all’assessore alla cultura di Padova on. Rodeghiero. Senza dubbio un appuntamento da non perdere!

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