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Tom Tjaarda: “A Stelle ha vinto lo stile italiano”

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Pubblichiamo una bella intervista a Tom Tjaarda, designer automobilistico di fama internazionale, appassionato di auto d’epoca e Presidente di giuria di Stelle sul Liston 2014.

[white-text]Partiamo dalla “sua” auto presente in Concorso: la De Tomaso Pantera. Quest’auto è stata una delle supercar più longeve, caso raro tra le sportive di grossa cilindrata. Riteniamo che buona parte del merito vada alla linea, che pare senza tempo. Qual è la sua opinione?[/white-text]
Parlando con chi ce l’ha, la maggior parte dice che l’ha comprata per la linea. Ma ha altri lati molto positivi: per essere una super-car fa una gran figura, ed il prezzo era sicuramente più accessibile di motle dirette concorrenti. Poi è molto facile metterci le mani sopra, smontare o trasformare la meccanica per aumentarne la potenza oppure rinforzare la struttura. Come un’auto americana. Alla fine uno possiede una macchina di notevole prestigio spendendo relativamente poco.

[white-text]Come giudica la formula di Stelle sul Liston, concorso che abbina l’automobile alla bellezza femminile?[/white-text]
Tutto è stato fatto con molto buon gusto, e mi auguro un coinvolgimento sempre maggiore per il futuro, di pilotesse, artiste, stiliste e designer. La presenza femminile è senz’altro il valore aggiunto del concorso.

[white-text]In concorso c’erano auto provenienti da collezioni importanti, alcune rare, una addirittura modello unico (l’Alfa 2500 6C SS Pininfarina, premiata come miglior vettura fuoriserie), firmate dalle più rinomate carrozzerie italiane e straniere. Come si svolge il compito della giuria?[/white-text]
Capita talvolta di esaminare poche vetture, ma molto importanti e di altissimo livello. Quest’anno c’erano almeno 3-4 auto a pari merito per il Best of Show, e questo complica le cose per chi è chiamato a giudicare. Per fortuna i proprietari sono comprensivi… Quest’anno è stata premiata l’Alfa 2500 6C cabrio di Pininfarina, auto del dopoguerra, che anticipa alcuni segni del futuro “stile italiano”, divenuto poi famoso e ammirato in tutto il mondo.

[white-text]Tra i tanti modelli esposti, qual è quello che secondo lei ha più di altri anticipato concetti estetici futuri?[/white-text]
La “Best in Show”, che ha vinto perché dimostrava il futuro stile italiano, per il quale per tanti anni l’asse Torino-Modena è stato famoso.

[white-text]Se il giudizio fosse dipeso solo da lei, quale auto avrebbe vinto e perché?[/white-text]
Dal punto di vista puramente stilistico avrei preferito la Miura. Però anche la vettura che ha vinto era una mia scelta per le ragioni di cui sopra.

[white-text]C’erano auto dal 1928 al 1972, quindi lungo 44 anni di storia. Dal 1972 a oggi sono trascorsi 43 anni: secondo lei si può iniziare a prendere in considerazione anche auto più vicine a noi?[/white-text]
Direi di si: a Pebble Beach, nel 2014, per la prima volta ha trionfato un’auto del dopoguerra. E’ il chiaro segnale che anche le vetture di più recente produzione iniziano ad essere presenti e sempre più apprezzate.

(Intervista a cura di Dario Mella – Automobilismo d’Epoca Dic. 2014/Genn. 2015)

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